Tutto comincia nel
clima di fervore dei primi anni Settanta. Un gruppo di donatori, fino a quel
momento “dispersi” tra levaltre sezioni già presenti sul territorio, decise di
costituire a propria volta una locale sezione Advsg.
L’iniziativa piacque a tal punto, che già alla fine del 1971 il gruppo, non
ancora formalmente costituito in sezione, contava una settantina di adesioni.
Fu così che si arrivò alla sottoscrizione dell'atto costituivo, nel febbraio
del 1972, nella vecchia sala comunale di Piazza Sant'Andrea. Le prime elezioni
assegnarono a Renzo Vecchiet la presidenza della sezione.
L’inaugurazione
ufficiale si tenne il 16 aprile 1972, con i festeggiamenti per la 1° “Giornata
del donatore” e la benedizione del labaro sezionale, alla presenza dell’allora
assessore alla Sanità, Cesare Devetag, e del direttore del Centro
trasfusionale, Salvatore Bancheri. Sembrerà strano, ma il primo anno di
attività si chiuse con il bilancio più lusinghiero di tutti quelli che poi
seguirono: 82 soci e 131 donazioni.
Quelli che seguirono
furono anni di frenetica attività, ma anche di non floride condizioni
economiche. Un po' di alimento alle casse derivò dai contributi elargiti dal
Comitato comunale Mostra vini, un ente creato apposta per il sostegno
finanziario di tutte le associazioni aderenti. Altri introiti furono raccolti
grazie alla riuscitissima “Veglia del donatore”.
A dieci anni dalla
fondazione, tuttavia, la situazione era ancora precaria: mancava una sede
adeguata, non c'erano segnali di rinnovo
generazionale tra i donatori e prendeva sempre più piede una cattiva
informazione sull'Aids. Fu soltanto con la seconda metà degli
anni '80 che l'impasse cominciò a sbloccarsi. Il nuovo direttivo, guidato
dall'86 da Arrigo Bernardis, avviò una campagna
di sensibilizzazione soprattutto tra i giovani, promosse diverse manifestazioni
e, nell'88, inaugurò finalmente la nuova
sede, che, su concessione del Comune e della Cooperativa agricola moranese,
trovò spazio nei locali del Centro servizi
agricoli.
Per divulgare il
loro messaggio di solidarietà e di impegno sociale, i donatori di sangue di
Moraro hanno saputo essere sempre presenti nei
momenti di festa e di gioia che accompagnano i tradizionali momenti di incontro
nella comunità.
Ci sono tradizioni
che, dopo tanti anni, continuano a essere puntualmente riproposte e a
rappresentare ancora, oggi come allora, un momento
di aggregazione per la comunità. Con il “brulè di Miezegnot”, offerto dopo la
Santa Messa della notte di Natale, e la
“fugarela” per l’Epifania, si sono via via aggiunte numerose nuove iniziative,
come le gite sulla neve di inizio anno, organizzate a
partire dai primi anni ’90, e la più recente sfilata dei carri allegorici per
il Carnevale. È ormai consuetudine, inoltre, in occasione delle festività
natalizie, fare visita all’asilo comunale per consegnare all'istituto materiale
utile all’attività dei bambini.